Non c’è dubbio che tra le uscite della settimana l’evento cinematografico più promosso, e sicuramente più atteso dagli appassionati del fumetto sia Diabolik – Ginko all’attacco, il nuovo episodio dedicato a un personaggio nel primo film della serie, interpretato da Luca Marinelli e, sempre con la regia dei Manetti Bros., ora da Giacomo Gianniotti, attore italo canadese più noto finora in America che in Italia (è stato lanciato con il grande pubblico in realtà dall’ultima serie di Grey’s Anatomy) che è la new entry di questo secondo film dedicato a Diabolik – con Monica Bellucci – accanto Miriam Leone e Valerio Mastandrea.
Certo tra le novità di questo week end non c’è solo l’eroe criminale inventato dalle sorelle Giussani: tra le nuove proposte italiane in sala non mancano, oltre le commedie, un film coraggiosamente diverso come Princess di Roberto De Paolis visto a Venezia, ma anche titoli internazionali più che apprezzabili, da Incroci sentimentali di Claire Denis a La signora Harris va a Parigi visto alla Festa del cinema di Roma, con una deliziosa protagonista che torna nel mondo della moda dopo Il filo nascosto e ancora The Menu, noir culinario di gran classe sia per la regia che per uno storytelling che condisce di sapori forti il piacere di gustare almeno con gli occhi la cucina stellata di un ristorante molto particolare.
Se la ripresa tanto attesa del cinema in sala avrà una conferma, certo è un segnale curioso che tra i titoli freschi di uscita proprio The Menu abbia battuto negli incassi, nonostante un’uscita in 400 copie l’attesissimo Diabolik dei Manetti, al quale dedichiamo però il primo dei nostri approfondimenti segnalando subito la svolta romantica scelta dagli autori di questo secondo capitolo: qui infatti più che tra Diabolik ed Eva Kant, di nuovo interpretata da una perfetta Miriam Leone, la love story inattesa è per Ginko (Mastandrea) sedotto dalla duchessa Altea di Vallenberg (Monica Bellucci), una ‘fiamma’ amata in segreto, per evitare pettegolezzi sul rapporto tra una nobile dell’alta società e, in fondo, un agente, sia pure graduato, di polizia. Ma, come hanno spiegato i registi presentando il loro lavoro “se nel primo film è Diabolik che impara ad amare incontrando Eva, trovando in lei la metà ideale di una coppia non solo criminale, qui è Ginko che cede al romanticismo anche se con Altea è impossibile vivere un amore alla luce del sole”. Da segnalare per gli appassionati di colonne sonore, la musica di Pivio e Aldo De Scalzi e con Diodato un brano originale che ha scritto e interpretato verso un Diabolik 3 già in preparazione.
Togliendoci subito un po’ di curiosità su The Menu, il film è “scritto” dallo chef-storyteller Slowik (interpretato da Ralph Fiennes). Con lui Margot (Anya Taylor-Joy che è stata La regina degli scacchi) e Tyler (Nicholas Hoult) sono una giovane coppia che sbarca su un’isola remota del Pacifico per mangiare all’Hawthorne, ristorante superstellato ed esclusivo. Slowik è l’ideologo della cucina come un’arte concettuale (tratta la Molecolare in particolare) e all’arrivo dei due – tra i pochissimi e ricchissimi ammessi – offre un sontuoso menu trasformando in noir una commedia che si avvicina all’horror.
Tornando in Italia con Princess di Roberto De Paolis, proprio in questi giorni che la cronaca richiama l’attenzione su alcuni omicidi accaduti a Roma nell’ambiente della prostituzione, la storia di una giovane nigeriana costretta a vendersi ai margini di una grande città. Princess, che prega ogni giorno, nel cuore di una pineta sulla strada che porta verso il mare di Ostia, chiedendo di incontrare solo “clienti buoni”.
Secondo film di Roberto De Paolis, che ha indagato sulla realtà delle giovani africane costrette a prostituirsi lungo le nostre strade. Un film che racconta l’Italia attraverso i suoi occhi: qui non siamo noi a guardare loro, ma al contrario loro guardano noi. Determinante per la realizzazione del film, è stato l’incontro con Glory Kevin, una vera immigrata nigeriana che ha potuto portare la propria esperienza di ex sex worker per rappresentare la protagonista.
Per il cinema d’autore Bardo – La cronaca falsa di alcune verità di Alejandro González Iñárritu, visto a Venezia e destinato poi a Netflix dal 23 dicembre, è stato definito dopo il debutto alla Mostra del Cinema un’opera monumentale, una sorta di autobiografia di forte suggestione anche se senza una coerente struttura narrativa (che arriva in sala in una versione ‘ridotta’ a 159 minuti). È la storia di Silverio, un giornalista e documentarista messicano di grandissimo successo, interpretato da Daniel Giménez Cacho, emigrato da anni negli States e che proprio a Los Angeles si prepara a ricevere un importante riconoscimento. “Nei sogni il tempo e lo spazio si sciolgono” ha detto il regista lanciandolo a Venezia “Il cinema cambia il modo in cui pensi e sogni. Ho cercato di non essere logico in questo film. E spero che San Fellini mi abbia protetto nel farlo”.
In Incroci sentimentali di Clare Denis con Juliette Binoche e Vincent Lindon la storia di un triangolo sentimentale premiato con l’Orso d’Argento per la regia alla Berlinale, in un film che parte da una frase chiave: “Quando hai amato qualcuno quella persona non svanisce mai del tutto”. Qui accade a una coppia già matura che sembra vivere una relazione felice, fino a quando non ritorna nelle loro vite l’amore della vita di lei, amico storico di lui.
La signora Harris va a Parigi racconta la straordinaria avventura di una governante nel mondo della moda francese. Lesley Manville, già nomination all’Oscar® come abbiamo ricordato per Il filo nascosto, è la protagonista di un racconto ambientato sullo sfondo della moda di Christian Dior. Nel cast anche Isabelle Huppert e Lambert Wilson. Nella Londra degli anni ’50 la storia di una donna delle pulizie rimasta vedova, che finisce per innamorarsi di un abito di alta moda di Dior fino a esserne ossessionata e a desiderarlo fino al punto di investire i suoi piccoli risparmi e insieme la vincita inattesa di una lotteria… ma il suo viaggio cambierà non solo la sua visione del mondo, ma anche il futuro stesso delle lavoratrici e dello stile nei comportamenti della Maison Dior. Una gioia per gli occhi con le scenografie i costumi d’epoca.
Giocano, infine, tra passato e presente le commedie italiane: Marco Giallini è Il Principe di Roma diretto da Edoardo Falcone, con Giulia Bevilacqua e Filippo Timi, un Principe che assomiglia a Scrooge ma fa pensare anche alla romanità di un certo cinema in costume di Gigi Magni. Nel film c’è un racconto ambientato nella Roma papalina del 1829. Protagonista un commerciante ricco e arido che aspira a diventare nobile e per questo si offre a un accordo scellerato con il principe Accoramboni (è Sergio Rubini) che gli darà la mano di sua figlia in cambio di una cassa piena di denaro per risanare i suoi debiti ma qualcuno gli ricorderà anche negli incubi notturni che la vera quella nobiltà è quella dell’animo.
E siamo già a Natale con The Christmas Show (Altre Storie) di Alberto Ferrari, con Raoul Bova e Serena Autieri, una favola tra reality e realtà. È ambientato a Lecce dove Sofia e i suoi due figli, Ricky e Alice, conducono una vita che non conosce difficoltà. Vivranno un Natale fuori dal comune partecipando a un reality, appunto il Christmas Show che tra molti imprevisti farà battere il cuore di Sofia per un misterioso, affascinante, vicino di casa.
Ancora cinema italiano: è un noir pieno di sorprese anche Notte fantasma di Fulvio Risuleo, con Edoardo Pesce nei panni di un poliziotto decisamente ambiguo al centro di un intreccio che nasce in un sabato sera, in cui il giovane Tarek – e la sorpresa qui è Yothin Clavenzani – si prepara a una maratona playstation – junk food con gli amici. Prima di incontrarli, decide di andare al parco per comprare un pò di fumo per la serata, ma un poliziotto invece di arrestarlo decide di portarselo dietro per una notte dal risvolto sorprendente.
C’è anche il cinema per famiglie con un family collaudato che può contare sulla grande amicizia tra un bambino e un cane in Belle & Sebestien –Next generation dopo 10 anni di successi e altri tre film di una saga molto amata. Che cambia scenario però, visto che stavolta la storia di Belle & Sebastien si sposta ai giorni nostri. Il film è diretto da Pierre Coré, Robinson Mensah Rouanet è il nuovo protagonista, scelto tra una rosa di oltre duemila ragazzini. Con l’ambientazione contemporanea, cambiano anche le tematiche e il racconto che si svolge a Parigi dove Seb, 10 anni, in vacanza con la nonna e sua sorella scoprirà in montagna l’attività di pastorizia della famiglia, qualcosa di cui all’inizio non sarà affatto entusiasta ma quando incontrerà Belle, un cane apparentemente feroce. Le cose cambieranno e Sebastien avrà un legame di vero amore scoprendo un’amicizia speciale.