Un Leone d’Oro a sorpresa, al documentario All the Beauty and the Bloodshed dell’americana Premio Oscar® Laura Poitras ha chiuso la Mostra 79 siglata da un grande successo di pubblico e da un palmarès che la Giuria guidata da Julianne Moore ha largamente assegnato alle donne.
Se, per la seconda volta nella storia della Mostra, un grande documentario ha vinto sul cinema di finzione, è certamente un segno dei tempi che Venezia abbia unito, nel verdetto finale della Giuria, lo sguardo delle donne all’impegno, alla denuncia sociale e politica contro la persecuzione di ogni regime, ma anche alla necessità che il cinema, com’è evidente nel doppio premio a Bones and all di Luca Guadagnino (per la migliore regia e l’attrice esordiente) riconosca che impegno e grande spettacolo devono convivere, se uscire dalla pandemia significa dare novità oltre i blockbuster all’offerta delle sale in crisi.
Le registe e l’impegno politico hanno prevalso nel verdetto che ha sacrificato anche alcuni titoli molto applauditi dal pubblico della Mostra e molti sono stati i doppi premi a pochi titoli che hanno sacrificato opere comunque emozionanti e importanti (uno per tutti Argentina 1985), ma il Leone d’oro a un documentario così potente dal punto di vista della denuncia è comunque un segnale forte che parla di cinema civile: All the Beauty and the Bloodshed di Laura Poitras (già vincitrice di un Oscar® al Miglior documentario per Citizenfour) racconta la storia della fotografa americana Nan Goldin e la sua battaglia contro la famiglia Sackler, straordinaria mecenate dei più grandi musei del mondo, ma anche proprietaria della società farmaceutica responsabile di migliaia di morti per overdose di una sostanza prescritta come farmaco che non creava dipendenza.
Un tema di denuncia che filtra nelle scelte di una Giuria (e di una Mostra?) di grande protagonismo femminile a cominciare proprio dalla qualità delle registe, valorizzate fin dalla selezione in Concorso: la più forte, indubbiamente, è l’esordiente Alice Diop con Saint Omer Leone d’argento – Gran Premio della Giuria ma anche Leone del Futuro per la migliore opera prima. La regista francese di origine senegalese ha messo in scena lo sconvolgente processo per un infanticidio in un film avvincente che indigna e commuove (era in testa nelle previsioni per il Leone d’Oro) in cui una madre, come una Medea contemporanea è accusata di aver ucciso la figlia di appena quindici mesi su una spiaggia francese come ‘un’offerta al mare’…
Una Mostra comunque segnata in finale dalle assenze: al regista dissidente Jafar Panahi detenuto in Iran, Premio speciale della Giuria, accolto con una standing ovation e insieme all’altro dissidente iraniano Rasoulof evocato dal grido di solidarietà di Luca Guadagnino, il più internazionale dei registi italiani in selezione (premiato per la Migliore regia e con la sua giovane attrice protagonista, Taylor Russell cui è andato il Premio Mastroianni) che innalzando il Leone ha concluso in nome della libertà e del valore anche sovversivo del cinema. Anche Laura Poitras ha chiesto di “perorare la causa di Panahi e combattere per la sua libertà”. E l’attore di Panahi Naser Hashemi: “Ieri mi è arrivato un messaggio dalla prigione che mi diceva ‘non metterti nei guai per me’. E io sono qui e non so che fare. Credo che questo premio parli da sé”. Assente era anche la fotografa Nan Goldin, che del documentario diretto da Poitras è molto di più di una protagonista.
Altro assente Colin Farrell, Coppa Volpi al miglior attore, impegnato a Los Angeles che ha regalato alla serata un divertente collegamento in zoom dalla cucina della sua publicist usando un casco di banane come fosse la Coppa Volpi… C’era però Cate Blanchett, premiata come migliore attrice per il suo ruolo in Tár di Todd Field. “Questo festival mi è caro per tanti motivi – ha detto l’attrice, alla sua seconda Coppa Volpi – è importante per il cinema di tutto il mondo”.
Julianne Moore, ha parlato alla fine a nome della giuria (assente alla serata il giurato Kazuo Ishiguro, chiuso in albergo perché positivo al Covid): “Il nostro percorso è stato straordinario. Non c’è stata unanimità su nessun premio, ma alla fine siamo tutti stati soddisfatti delle scelte finali. Avevamo tutti background diversi e ho imparato qualcosa da ognuno dei giurati”. E sulle registe ha aggiunto: “Qualcosa sta cambiando decisamente. Abbiamo finalmente tutte le opportunità di raccontare le nostre storie”.
Torniamo al cinema italiano che ha comunque visto nella Settimana della Critica il Premio del Pubblico per l’unica opera prima italiana in concorso, Margini già in sala e in Orizzonti c’è stato un doppio premio per Vera, dedicato a Vera Gemma, figlia di un protagonista sempre molto amato come Giuliano. Fuori dal palmarès, oltre il successo più internazionale di Luca Guadagnino, il cinema d’autore sul quale ha puntato la selezione ha avuto un’ottima accoglienza, fuori concorso, Siccità di Paolo Virzì premiato dai giornalisti tra tutte le opere viste a Venezia. I giovani protagonisti de Il signore delle formiche di Gianni Amelio, Leonardo Maltese come, al femminile, Margherita Mazzucco, erano dati come possibili candidati al Mastroianni (comunque andato a una giovane attrice più che meritevole anche se non proprio esordiente) e gli applausi che hanno accolto in sala Amelio, Crialese, Susanna Nicchiarelli, Andrea Pallaoro sono un segnale importante per il debutto in sala, ma l’impegno e la creatività dei nostri autori non riesce forse a competere con il gusto delle giurie internazionali.
Nei dieci giorni della Mostra anche alle Giornate degli Autori si sono alternati tanti altri ospiti internazionali: con la Presidente della Giuria, Céline Sciamma, Mark Cousins, Stefania Sandrelli, Salvatore Mereu, Roberta Torre, Bob Odenkirk, Paola Randi, Rosy McEwen, Selene Caramazza, Daniele Ciprì. Stefania Sandrelli è stata premiata anche dalla stampa del cinema. E non sono mancati incontri con Nanni Moretti, Edgar Reitz, Abel Ferrara (in concorso con Padre Pio). Come ha sottolineato Giorgio Gosetti, delegato generale, alle Giornate “si è respirata un’aria di festa e di vivacità giovane che restituisce senso al rito del festival. Sperare che questo spirito esca dal Lido e contagi le sale forse non è un sogno”.
È un buon auspicio anche il verdetto delle Giurie in cui segnaliamo il BNL x Cinema del futuro, 3.000 euro per l’autore o autrice di un’opera prima o seconda che si sia distinta per coraggio e innovazione, è andato a Graham Foy, regista di The Maiden.
Venezia 79 ha chiuso un’edizione finalmente ‘di straordinaria normalità” guardando già al futuro con le date della prossima edizione con la data inaugurale annunciata dal Presidente della Biennale Roberto Cicutto. L’appuntamento al Lido è per il 30 agosto 2023.
TUTTI I PREMI
Leone d’Oro al Miglior film
All the Beauty and the Bloodshed di Laura Poitras
Leone d’Argento – Gran Premio della Giuria
Saint Omer
Leone d’Argento – Miglior Regia
Bones and All di Luca Guadagnino
Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile
Cate Blanchett per Tár
Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile
Colin Farrell per Gli spiriti dell’isola
Miglior Sceneggiatura
Martin McDonagh per Gli spiriti dell’isola
Premio Speciale della Giuria
No Bear di Jafar Panahi
Premio Marcello Mastroianni a un giovane attore o attrice emergente
Taylor Russell di Bones and All
Opera prima
Saint Omer
Premio Orizzonti per il miglior film
Jang-e jahani sevom (World War III) di Houman Seyedi (Iran)
Premio Orizzonti per la migliore regia
Tizza Covi e Rainer Frimmel per il film Vera (Austria)
Premio Speciale della Giuria Orizzonti
Chleb I Sol (Bread and Salt) di Damian Kocur (Polonia)
Premio Orizzonti per la migliore attrice
Vera Gemma nel film Vera di Tizza Covi e Rainer Frimmel (Austria)
Premio Orizzonti per il miglior attore
Mohsen Tanabandeh nel film Jang-e jahani sevom (World War III) di Houman Seyedi
Premio Orizzonti per la Migliore sceneggiatura
Fernando Guzzoni per il film Blanquita di Fernando Guzzoni (Cile)
Premio Orizzonti per il Miglior cortometraggio
Snow in September di Lkhagvadulam Purev-Ochir (Francia)
Venice Short Film Nomination for the European Film Awards 2022
Snow in September di Lkhagvadulam Purev-Ochir (Francia)
Leone del Futuro – Premio Venezia Opera prima “Luigi de Laurentiis”
Saint Omer di Alice Diop (Francia)
Orizzonti Extra Premio degli spettatori – Armani Beauty
Nezouh
Premio Venezia Classici per il miglior documentario sul cinema
Fragments of Paradise di KD Davison (Stati Uniti)
Premio Venezia Classici per il miglior film restaurato
Koroshi no rakuin (Branded to kill) di Suzuki Seijun (Giappone, 1967)
Premio miglior esperienza Venice Immersive
The Man Who Couldn’t Leave di Chen Singing (Taipei)
Gran premio della Giuria Venice Immersive
From The Main Square di Pedro Harres (Germania)
Premio speciale della Giuria Venice Immersive
Eggscape di German Heller (Argentina)
Leone d’oro alla carriera 2022
Catherine Deneuve e Paul Schrader