Venezia 78: al via con Almodòvar e Leone d’Oro alla carriera a Benigni

ARTICOLO DI Laura Delli Colli

Venezia 78: al via con Pedro Almodòvar e il Leone d’Oro alla carriera a Roberto Benigni alla Mostra della svolta. Dal Lido una ‘ripartenza’ superstar importante con 5 film italiani in concorso e il grande ritorno in Laguna di Hollywood. Una pioggia di film anche alle Giornate degli Autori e nella Settimana della Critica.

Venezia inaugura mercoledì 1° settembre la 78.ma Mostra del Cinema, fino all’11 settembre, una maratona importante e straordinariamente ricca di proposte che vedrà in concorso il meglio del cinema internazionale ma che, soprattutto si annuncia come una vetrina speciale per il cinema della ripartenza, a cominciare dai cinque titoli italiani in concorso, prestigiosi a cominciare dalle grandi firme che li annunciano.

Per la Giuria scegliere tra i più attesi non sarà facile come, del resto non è stato facile mettere insieme un programma davvero monstre che si inaugura con un titolo importante come il nuovo film di Pedro Almodóvar, Madres Paralelas, con Penelope Cruz: un ‘via’ nel segno del cinema d’autore che, con il tema della sicurezza, ma anche con l’originalità e la varietà delle proposte è il fil rouge di questa Mostra della ripartenza.

Come negarlo, solo per citare qualche titolo, di fronte a film come Dune, nella versione già sold out di Villeneuve o Il collezionista di carte di Paul Schrader, storia di un uomo che si divide tra il ruolo del carceriere e il tavolo verde? O pensando a Spencer, l’ultimo biopic su Lady Diana, ma soprattutto di fonte ai fuoriclasse italiani in concorso? Entrando nel dettaglio di questa vetrina nella vetrina è certo che, comunque andrà, questa Mostra lascerà il segno con una varietà di prove e di sguardi che rilanciano il cinema italiano d’autore attraversando temi, spunti e generazioni, con una capacità narrativa e una provocazione che s’intreccia con i generi.

Il kolossal, in questo senso arriva con Freaks out di Gabriele Mainetti, forse il ritorno più atteso dopo il successo travolgente del film (che aveva anche prodotto) che aveva trionfato alla Festa di Roma, Lo chiamavano Jeeg Robot, scritto con Nicola Guaglianone, che con il regista torna a firmare l’idea e la scrittura del film. Tornano in primo piano anche Fabio e Damiano D’Innocenzo che dopo Favolacce, con Elio Germano firmano America latina. Ancora: è in concorso di nuovo con Qui rido io Mario Martone (che sarà in sala dal 9 settembre), la storia di Eduardo Scarpetta nella Napoli d’inizio Novecento. II più atteso di tutti è però il Premio Oscar® Paolo Sorrentino con È stata la mano di Dio (entro fine anno al cinema e su Netflix), ambientato negli Anni Ottanta, nella sua Napoli. E qui la storia diventa personale, decisamente intima intorno al dolore e ai sogni di un protagonista, Fabietto che vorrebbe conoscere Maradona e che sogna il futuro. Un futuro che, dice Sorrentino, “bisogna aspettare e cercare. Poi arriva. E sa essere bellissimo. Di questo parla È stata la mano di Dio” che “senza trucchi” Sorrentino definisce come la sua storia “e, probabilmente – dice – anche la vostra”.

Quinto titolo in concorso Il buco di Michelangelo Frammartino, anche autore della sceneggiatura: storia della missione di un gruppo di giovani speleologi che nell’agosto 1961 scoprirono nell’altopiano calabrese una delle grotte più profonde al mondo, a 700 metri di profondità, un abisso dell’altopiano del Pollino. E l’autore sottolinea la coincidenza che Speleologia, Cinema e Psicoanalisi siano nate nella stessa data: il 1895. Un racconto che parla di incoscienza, certo, ma anche di tenacia. È un perfetto film da ricerca d’autore. Insomma, da festival d’arte e non solo di glamour.

Dice il Direttore Alberto Barbera che “il programma di questa 78.ma Mostra è la prova della straordinaria vitalità del cinema contemporaneo” e che “il cinema continuerà a stupire, meravigliare, coinvolgere e commuovere”. E a siglare, aggiungiamo leggendo i titoli del suo programma, il grande protagonismo dei talenti, a cominciare dal debutto con il Leone d’Oro alla carriera della prima serata: a Roberto Benigni, la prima star sul red carpet insieme a Penelope Cruz che arriverà con il marito, Javier Bardem, anche nel cast dell’attesissimo Dune.

Chi sfilerà sul red carpet? Qualche nome è già annunciato: per esempio Timothée Chalamet e Kristen Stewart, Lady D nel biopic Spencer diretto da Pablo Larrain, poi Matt Damon, Ben Affleck, Adam Driver. Mercoledì 8 Settembre Jamie Lee Curtis riceverà il secondo Leone alla carriera presentando anche il nuovo capitolo della saga horror di Halloween, la “regina di scacchi” Anya Taylor Joy arriva per Ultima notte a Soho di Edgar Wright, e Jessica Chastain, protagonista della serie Hbo Scene da un matrimonio ispirata all’omonimo film di Ingmar Bergman.  Quest’anno in corsa per il Leone d’Oro, che sarà decretato da una giuria presieduta dal regista sud-coreano premio Oscar® Bong Joon Ho, ci sono cinque donne sui ventuno titoli in concorso: tra loro Jane Campion, Maggie Gyllenhaal, che debutta alla regia con l’adattamento di un romanzo di Elena Ferrante (The Lost Daughter), e Ana Lily Amirpour con Mona Lisa and the Blood Moon. In concorso anche Sundown di Michel Franco con Tim Roth e Charlotte Gainsbourg, e lo spagnolo Competencia Oficial di Gastón Duprat e Mariano Cohn ancora con la Cruz in coppia con Antonio Banderas.

Ma Venezia è anche la Settimana della Critica dove i film sono stati per la prima volta selezionati da una donna, la critica Beatrice Fiorentino che ne inaugura il nuovo corso. E soprattutto Le Giornate degli autori presiedute da Andrea Purgatori, organizzate da Giorgio Gosetti, con la direzione artistica al femminile di Gaia Furrer.

E fermiamoci un momento sulle Giornate: con dieci film in gara (dei quali uno solo italiano) e molti fuori concorso la sezione parallela e indipendente della Mostra del Cinema di Venezia, festeggia la sua maggiore età, arrivando alla sua 18esima edizione con una rassegna di film ricchissima. Da non perdere l’ultima interpretazione di Libero De Rienzo, nel film La Relazione, opera prima dello sceneggiatore Stefano Sardo. Con i dieci lungometraggi sei anche gli eventi speciali in un anno di trasformazioni e nuove responsabilità, di distacchi e promesse, per dirla con la direttrice, “l’anno in cui ci si domanda quale sia il senso di tutto”.

Nel concorso, come unico titolo italiano in competizione (è italiano anche il film di chiusura fuori concorso Lovely boy di Francesco Lettieri con Andrea Carpenzano) c’è Californie di Alessandro Cassigoli e Casey Kauffman, noti per il pluripremiato documentario Butterfly. Tra i tre film italiani fuori concorso anche Il silenzio grande, terzo film da regista di Alessandro Gassman, tratto dall’omonimo testo teatrale di Maurizio De Giovanni in cui il protagonista Massimiliano Gallo duetta con Margherita Buy, ma soprattutto con una splendida Marina Confalone. E ci sarà, tra le curiosità, anche un film su Ornella Vanoni tra gli eventi speciali fuori concorso delle Giornate degli Autori: Senza fine è un ritratto, firmato da Elisa Fuksas, con l’intenzione di raccontarla nei momenti della sua intimità.

Manca, verso la serata di apertura, l’ultima notizia e riguarda la madrina: tutti lo sanno ormai, quest’anno a dare il via alla Mostra sarà un’icona pop molto legata anche alla fiction di successo e alla voce, che ha dato anche alla celebrazione di un’icona molto amata come Mia Martini. Ovviamente lei è Serena Rossi.